In molti guardano con sospetto l’acqua del rubinetto: temono che non sia sicura oppure riferiscono sapori sgradevoli. Dunque, in molti, preferiscono acquistare acqua in bottiglia.
Ma ci sono reali differenze fra acqua in bottiglia e del rubinetto? Facciamo chiarezza.
Premessa: entrambe, ovviamente, sono potabili. Le normative che però le disciplinano sono diverse, e di conseguenza anche i parametri chimico/fisici utilizzate per valutarne le caratteristiche.
Iniziamo con l‘acqua in bottiglia, detta anche acqua minerale, la possiamo trovare in bottiglie di plastica (PET) o vetro. Da un punto di vista microbiologica è un acqua pura e si origina da sorgenti naturali (un riaffioramento di una falda più profonda) e viene successivamente captata e imbottigliata. Presenta, in genere, una concentrazioni di minerali superiori rispetto ad altre acque (es. magnesio, calcio, silicio, sodio). Il D.L: n.176 del 2011 ne disciplina la commercializzazione e vieta che siano effettuati trattamenti che ne alterano le caratteristiche iniziali. Un problema sempre più discusso è la potenziale ingestione di microplastiche in quei soggetti che consumano esclusivamente acqua in bottiglia di plastica. Infatti, in alcuni studi si sono rilevate maggiori tracce i microplastiche nel materiale fecale di in quei soggetti che consumavano principalmente acqua in bottiglia. Tuttavia, la comunità scientifica rimane ancora scettica su questo argomento e saranno necessari ulteriori studi. Per le informazioni, ad oggi, disponibili, possiamo reputare queste acque sicure.
Affrontiamo ora l’acqua del rubinetto. Ovviamente, anche l’acqua del rubinetto è potabile. Viene generalmente captata da sorgenti, pozzi o corpi idrici superficiali (laghi ecc). La concentrazione di minerali è generalmente inferiore.
La norma che regolamenta la gestione delle acque del rubinetto è il D.Lgs n. 31/2001 e il D.M. del 14 giugno 2017. Recentemente, per garantire un’acqua con parametri qualitativi ulteriormente migliori.. è stata emanata a livello europeo la Direttiva UE 2020/2184 che introduce nuovi limite che migliorano le caratteristiche dell’acqua erogata. In generale, le acque del rubinetto vengono sottoposte e processi di potabilizzazione e a diverse analisi da parte degli Enti pubblici (es. ASL, ARPA). Potabilizzare l’acqua significa rimuovere le contaminazioni di tipo biologico (costituite dai tanti tipi di microrganismi che vivono nelle acque dei fiumi e dei laghi) o di tipo chimico (i composti che possono finire nelle acque superficiali o di falda come scarto delle attività domestiche, agricole o industriali).
Cosa concludiamo?
Ci sono differenze tra acqua in bottiglia e acqua del rubinetto, in particolar modo legate al tenore in minerali disciolti, ma non ci sono differenze circa la sicurezza e igiene al consumo.
Discorso a parte è quello relativo all’impatto ambientale. A fare la differenza naturalmente la produzione e l’uso dei recipienti in plastica: basti pensare che negli Stati Uniti sono necessari 17 milioni di barili di petrolio per produrre la plastica per soddisfare la domanda annuale di acqua in bottiglia.