Dell’anguria, o cocomero, ho già parlato qui (Link) e ne ho descritto valori nutrizionali e vi ho parlato di alcune proprietà interessanti.
E’ un frutto che contiene pochi zuccheri (6-8g/100g) e solo 30kcal per 100 grammi, il che consente anche ai diabetici il consumo di una porzione di circa 200g. Contiene anche discrete quantità di vitamine, ed in particolar modo vitamina A e Vitamina C, e modeste quantità di alcuni sali minerali.
La colorazione rosa intensa di è conferita principalmente dal licopene, una molecola con attività antiossidanti.
Ma perché l’anguria può essere interessante per cuore e per gli sportivi?
L’anguria è un frutto ricco di citrullina, una molecola con attività anti-ossidante molto ricercata dagli sportivi come supplementazione post-allenamento, potenzialmente utile nel ridurre i dolori muscolari indotti dall’attività fisica intensa. La citrullina, infatti, è metabolizzata nel nostro corpo ad arginina, un aminoacido per noi essenziale. L’arginina è il substrato per la sintesi di ossido nitrico (NO) che è a sua volta importante per garantire una funzione vascolare ottimale e per regolare la pressione sanguigna. Questo effetto determinerebbe un maggiore afflusso di ossigeno e nutrienti al muscolo che ne trarrebbe così un vantaggio. Il succo di anguria potrebbe essere così un piacevole “recovery drink” anche per gli sportivi.
Nel 2021, una revisione della letteratura ha voluto valutare quali fossero le evidenze precliniche e cliniche riguardo gli effetti sulla salute cardiovascolare, prendendo in esame le pubblicazioni dal 2000 al 2020 e valutando sia l’effetto del consumo di anguria che quello di un’integrazione di L-citrullina, suo componente, come abbiamo visto caratteristico.
Come spiegato sopra, la citrullina è un substrato per la sintesi di NO (ossido nitrico). L’azione del NO contribuisce a normalizzare l’ipertensione, che già di per sé rappresenta un fattore di rischio per gli eventi cardiovascolari. Inoltre, contribuisce in maniere significativa a preservare l’elasticità delle pareti dei vasi sanguigni e a regolare la funzionalità piastrinica.
Inoltre, dopo alcuni dati convincenti sul modello animali, stanno emergendo anche i primi dati circa un possibile miglioramento del profilo ematico lipidico nell’uomo, con una diminuzione del colesterolo totale e di quello “cattivo” (LDL).
Bibliografia
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