La dieta mediterranea prevede il consumo regolare di verdure verdi, frutta secca a guscio, cereali, latte e derivati. Questi alimenti garantiscono un importante apporto di magnesio, un minerale fondamentale per la nostra salute. Partecipa, infatti, ad oltre 300 reazioni biochimiche e, fra i processi che controlla c’è la sintesi delle proteine, il funzionamento dei muscoli e dei nervi, controlla la glicemia e la pressione sanguigna.
Il 60% del magnesio è immagazzinato nello scheletrico, anche se il suo ruolo nel regolare il metabolismo osseo non è ancora del tutto chiaro. È invece dimostrata l’associazione tra bassi livelli di magnesio e aumento del rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche.
I dati di questo articolo, pubblicato nel 2017, provengono da uno studio prospettico durato 8 anni (Osteoarthtitis Initiative) che ha reclutato 1577 uomini e 2071 donne, con un’età media di 60 anni all’inizio dello studio. I soggetti sono stati suddivisi in cinque categorie con crescenti livelli di assunzione di magnesio (da 144mg/die a 454 mg/die). Lo studio ha evidenziato che nei soggetti con un più alto apporto del minerale il tasso di fratture era stato decisamente inferiore rispetto ai soggetti con il più basso apporto.
Un’analisi più approfondita, che ha permesso di escludere i fattori confondenti, ha evidenziato che l’effetto di protezione del magnesio era significativo solo nelle donne che assumevano almeno il 50% della quota giornaliera raccomandata di assunzione (RDA), e che in Italia è pari a 300 mg/die (valore di riferimento europeo). Le donne che riuscivano a garantire un apporto di magnesio pari al RDA avevano un rischio fatture del 27% inferiore.
Il magnesio potrebbe svolgere questo effetto protettivo attraverso molteplici azioni: interviene nella regolazione degli ormoni che modulano il metabolismo del calcio (ormone paratiroideo e calcitriolo), influisce la trasformazione del calcio fosfato in idrossiapatite (circa il 50% del magnesio si reperta sulla superficie di idrossiapatite), contribuendo così alla solidità del tessuto osseo. Inoltre, il magnesio sostiene la forza muscolare, riducendo così il rischio di cadute e di conseguenza di fratture.
Una breve considerazione: la carenza di magnesio non è comune, ma alcuni soggetti sono più a rischio. Ad esempio, i soggetti che soffrono di un compromesso assorbimento intestinale (mordo di Crohn, celiachia, bypass intestinale ecc.) o che seguono un’alimentazione poco equilibrata possono soffrire di carenze. Anche l’uso di alcuni farmaci, ad esempio alcuni diuretici, conducono ad una carenza di questo minerale. Il fabbisogno aumenta durante l’accrescimento, durante l’attività fisica (che causa un deficit a livello muscolare) e durante la gravidanza. In questi soggetti è consigliato il confronto con il nutrizionista o medico per valutare un’eventuale integrazione.
La carenza, in acuto, può determinare crampi e contrazioni muscolari, intorpidimenti, convulsioni, aritmie, cambiamenti di personalità e riduzione dei livelli di calcio e di potassio.
Fonti:
- Veronese N. Et al. Dietary magnesium intake and fracture risk: data from a large prospective study. Br J Nutr. 2017 Jun 20:1-7.