La cistite è un processo infiammatorio della vescica causato, molto spesso, da un’infezione batterica. I batteri che causano questo fastidioso disturbo provengono generalmente dall’intestino, e fra questi i più frequenti sono Escherichia coli e Klebsiella.
Le differenze anatomiche fra uomo e donna favoriscono, nella donna, una contaminazione da parte dei batteri fecali che riescono a passare dalla zona anale all’uretra, e da qui alla vescica.
Si stima che il 40-50% delle donne abbia sofferto almeno una volta nella vita di un’infezione alle via urinarie, e circa nel 20% della popolazione femminile questo disturbo diviene ricorrente. Dopo un primo episodio, circa al 25% delle donne si ripresenteranno i sintomi entro sei mesi.
Ci sono altri fattori, oltre al sesso, che possono favorire lo sviluppo dell’infezione: l’età, rapporti sessuali frequenti, l’uso di creme spermicide, una scarsa igiene intima, alterazione della flora batterica vaginale e la stitichezza.
I sintomi sono spesso vari, ma tendenzialmente il paziente riferisce difficoltà ad urinare con bruciore e dolore durante la minzione.
La terapia consigliato è quella antibiotica, ma l’abuso di questo farmaco è spesso diffuso. Questa pratica rappresenta un problema molto serio: da un parte favorisce lo sviluppo di ceppi batterici sempre più resistenti ai comuni antibiotici. Dall’altra, provoca dismicrobismo intestinale, alterà cioè l’equilibrio della flora batterica intestinale e questo può provocare sintomi gastrointestinali e favorire l’instaurarsi di una nuova infezione alla vescica. Anche l’OMS sottolinea spesso le necessità di ridurre in generale, quando possibile, l’impiego di antibiotici, e siccome nel 15% dei casi in cui si ricorre a questa classe di farmaci lo si fa per infezione delle vie urinarie basse, diventa molto importante fare prevenzione.
E torniamo quindi al titolo, serve davvero bere molta acqua per prevenire la cistite ?
Fino a poco tempo fa, questo era un consiglio diffuso ma non vi erano solide basi scientifiche a supporto.
Recentemente sono stati però pubblicati su JAMA Internal Medicine i risultati di uno studio randomizzato e controllato condotto su 140 donne in età fertile con storia recente di cistiti ricorrenti (almeno 3 episodi nei 12 mesi precedenti) e che dichiarassero un consumo giornaliero di acqua inferiore al litro e mezzo. Le donne dello studio sono state suddivise in due gruppi: un gruppo, di controllo, ha bevuto meno di 1.5L di acqua al giorno, il secondo gruppo invece beveva 1.5L di acqua al giorno in aggiunta ai fluidi consumati abitualmente (bevande calde, frutta, verdura).
Dopo 12 mesi, il gruppo a cui era stato prescritto di aumentare il proprio consumo di acqua aveva riferito una diminuzione del numero di episodi di cistiti ricorrenti (da almeno 3 in 12 mesi ad una media di 1.7 episodi in 12 mesi). Questo miglioramento non è stato invece rilevato nel gruppo in cui il consumo di acqua era insufficiente, dove la frequenza media degli episodi infettivi è rimasto a circa 3 nei 12 mesi. Questo risultato ha permesso ovviamente una minor prescrizione di farmaci antibiotici nel gruppo con maggiore assunzione di acqua.
Un altro dato interessante è il tempo intercorso tra il primo episodio e la prima ricaduta: nel gruppo con più alto consumo di acqua sono trascorsi in media 142 giorni, mentre nel gruppo di controllo soltanto 93 giorni.
Questo studio ci aiuta quindi a confermare e rafforzare l’indicazione di bere una adeguata quantità di acqua per prevenire gli episodi di cistite ricorrente, soprattutto in quelle donne particolarmente soggette.
Quindi, se siete donne e soffrite di cistiti ricorrenti, ponetevi questa domanda? Bevo abbastanza? Mi avvicino al consumo giornaliero minimo consigliato da EFSA (circa 1.5L al giorno) ? Se la risposta è negativa, aumentando l’assunzione potete ridurre del 50% la frequenza degli episodi infettivi. Non male, anzi facile come bere un bicchier d’acqua.
E il mirtillo (cranberry) ? E’ efficace? Ne avevo parlato in un altro articolo, leggilo qui !
Fonti
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30285042