Negli articoli precedenti ho descritto l’organo pelle, la sua struttura e la sua funzione. Ho anche evidenziato quali nutrienti meritano particolare attenzione per preservare la salute della nostra pelle, contrastando anche, in una certa misura, il foto-invecchiamento.
Su molte riviste e blog si legge spesso di miracolose diete per contrastare, o addirittura curare le più svariate patologie della pelle. Si passa dall’acne, alla psoriasi e alla dermatite atopica. Ma cosa c’è di vero ?
La letteratura scientifica di rilievo su queste tematiche è ancora controversa e non convincente fino in fondo. I nutrienti di cui abbiamo parlato in precedenza sono preziosi per la salute della pelle, ma lo sono per tutto il nostro organismo, ed una dieta impostata sul modello mediterraneo può garantire un apporto sufficiente.
In generale, il consiglio è quello di prediligere alimenti di origine vegetale per garantire un buon apporto di tutti i micronutrienti, incluse le molecole con attività anti-ossidante . Consumare le famose cinque porzioni di frutta e verdura ci garantisce quindi un apporto adeguato di queste preziose molecole.
Negli ultimi anni si è però sempre più studiata l’assunzione di probiotici e prebiotici come trattamento coadiuvante delle malattie dermatologiche.
I probiotici sono microrganismi vivi in grado, dopo essere stati assunti, di raggiungere l’intestino, moltiplicarsi ed esercitare una azione positiva sulla nostra microflora intestinale. I prebiotici, invece, sono molecole in grado di promuovere lo sviluppo dei batteri “buoni” che colonizzano il nostro intestino. Vedremo in seguito in quali patologie iniziano ad esserci effetti positivi convincenti a seguito dell’assunzione di pre- e/o probiotici. [2]
Iniziamo a parlare di invecchiamento cutaneo: esiste una varia letteratura sull’importanza di vari carotenoidi come foto-protettori. Come detto in precedenza, l’esposizione ai raggi solari causa la formazione di radicali liberi e il danneggiamento della struttura della pelle. Una sufficiente assunzione adeguata di carotenoidi con la dieta può fornire un contributo nella protezione della pelle dai danni dovuti all’esposizione ai raggi UV. [1]
Una patologia, molto chiacchierata e temuta dai più giovani è l’acne: molti ragazzi leggono e studiano qualsiasi blog pur di scoprire quali alimenti evitare e quali alimenti assumere per risolvere questo problema. L’acne è una patologia cronico-infiammatoria del follicolo pilifero e delle ghiandole sebacee che tendono in questa condizione a funzionare più del normale provocando un aumento del grasso della pelle. Ad oggi, la causa è sconosciuta, sebbene sia conosciuti alcuni fattori predisponenti.[1] [2] [5]
L’associazione fra questa malattia e l’alimentazione è molto controversa. Infatti, è difficile organizzare studi escludendo tutti i fattori confondenti. Una dieta ipocalorica a basso carico glicemico (in grado quindi di far alzare poco la glicemia) è in grado di ridurre il peso corporeo e i livelli circolanti di un ormone, l’insulina. Mantenere elevati i livelli di insulina nel nostro torrente circolatorio è una condizione poco favorevole per l’intero organismo. Per quanto riguarda l’acne, l’insulina stimola la biodisponibilità degli ormoni androgeni e di IGF-1 , i quali, combinati insieme e presenti in concentrazioni elevate, stimolano le ghiandole sebacee e la iperproduzione di sebo. Per seguire una dieta a basso indice glicemico è necessario innanzitutto limitare i dolci e le bevande zuccherate. Un recente studio sembrerebbe confermarlo: è stato sottoposto un questionario per rilevare le abitudini dietetiche di 25000 soggetti, ed è emerso che questa patologia colpisce maggiormente chi consuma più bevande zuccherate, cioccolato e snacks. Il vostro nutrizionista saprà sicuramente aiutarvi nel corregge la vostra dieta.[1] [2] [5] [8]
Alcuni studi suggeriscono che una riduzione dei latticini possa vere un impatto positivo sull’acne, ma i dati sono ad oggi ancora troppo deboli per fornire indicazioni certe.
La supplementazione dei probiotici è stata valutata per questo disturbo dermatologico : è emerso che l’associazione di una terapia antibiotica con una miscela di probiotici garantisca un miglioramento significativo dei sintomi dell’acne rispetto l’assunzione dei soli antibiotici. [1] [2] [5]
Un’altra patologia diffusa nella popolazione, interessa infatti il 2-5% degli adulti e fino al 10% dei bambini, è la dermatite atopica. È una condizione cronica caratterizzata da pelle secca, desquamata e facilmente irritabile, accompagnata da un forte prurito. Come per l’acne, non sono ad oggi note le cause, anche se si ritiene che siano più fattori che concorrano nel determinare il quadro: fattori genetici, sesso, stile di vita ecc.[1] [2] [3] [4]
Alcune revisioni realizzate negli ultimi anni hanno evidenziato che l’assunzione di pre e probiotici hanno un effetto positivo con miglioramento dei sintomi e una azione preventiva . Uno studio clinico controllato ha confrontato l’assunzione di vitamina E (400U.I. /die per 8 mesi) e placebo, dimostrandone un effetto positivo sulla dermatite . Altri studi hanno invece rilevato un miglioramento dei sintomi e di alcuni indici usati per la diagnosi a seguito dell’integrazione giornaliera di 1600 U.I. di vitamine E per due mesi.
Una forte evidenza riguarda l’effetto protettivo dell’allattamento esclusivo al seno per 4 mesi in neonati ad alto rischio rispetto all’uso di latti artificiali. Sembra inoltre utile l’uso di probiotici da parte delle mamme nel periodo prima della nascita.
I consigli, concludendo, sono quelli di allattare i propri figli al seno, se possibile, assumere prebiotici e probiotici, integrare vitamina D ed E. Una eccessiva integrazione di queste vitamine può essere pericolosa, ribadisco quindi l’importanza di evitare il “fai da te”. Una piccola precisazione: gli studi sull’impiego della vitamina E sono interessanti, ma non ancora conclusivi e non rientra dunque fra le linee guida l’integrazione di vitamina E per trattare la dermatite atopica. [1] [2] [3] [4]
Infine, vorrei trattare un’altra patologia diffusa fra la popolazione e che riceve molta attenzione da parte degli specialisti della nutrizione: la psoriasi. Molti professionisti propongono piani nutrizionali studiati per curare e risolvere la psoriasi. Vediamo però quali siano le evidenze attuali. La psoriasi è una malattia cronica infiammatoria le cui cause scatenanti non sono ad oggi del tutto chiare. Vi concorrono fattori genetici, ambientali, eventi stressanti ed infezioni. Oltre a questi, anche il sovrappeso è un importante fattore idi rischio per lo sviluppo della malattia. L’obesità, infatti, determina l’aumento del rilascio di alcuni fattori pro-infiammatori che sono anche implicati nello sviluppo della malattia psoriasica. Questa associazione tra obesità e sviluppo di psoriasi è dimostrata da solide revisioni sistematiche. [2][6] [7]
Diversi studi hanno dimostrato che un calo importante del peso ottenuta mediante una riduzione dell’introito calorico ed un aumento dell’attività fisica sia efficace nel ridurre la gravità della malattia.
Molti studi hanno anche individuato una più alta prevalenza della carenza di vitamina D nei pazienti con psoriasi. Sebbene le evidenze di un effetto positivo di una supplementazione di questa vitamina nella psoriasi non sia ancora del tutto convincenti, il professionista può valutare una supplementazione anche per il solo fatto che questa sotto-popolazione è generalmente carente. Molti studi sono stati condotti sulla supplementazione di olio di pesce, ricco in omega 3, ma i risultati, sebbene all’inizio fossero promettenti, sono oggi discutibili. Rimane tuttavia consigliabile aumentare il consumo di pesce ad almeno 3-4 porzioni a settimane. Il consumo di bevande alcoliche favorisce, invece, l’insorgenza della psoriasi nei pazienti predisposti. Concludendo, i consigli per i pazienti affetti da psoriasi sono:
- ridurre il consumo l’alcool,
- ridurre il peso, dove necessario, riducendo le calorie introdotte e aumentando l’attività fisica
- aumentare il consumo di alimenti vegetali. [2][6] [7]
Esistono dunque alcune raccomandazioni da seguire per migliorare in alcune circostanze i sintomi, o in altri casi per prevenire lo sviluppo della malattia, ma come vi ho descritto non ci sono evidenze così solide da proporre piani nutrizionali mirati per risolvere le patologie. Molte raccomandazioni sono le stesse che vi suggerirei per preservare non solo la salute della vostra pelle, ma di tutto il vostro stato di salute. Diffidate dunque da quelle diete miracolose, affidatevi a professionisti seri e cercate, giorno dopo giorno, di migliorare il vostro stile di vita : più attività fisica e una alimentazione più equilibrata.
[1] Apostolos Pappas, et al. Nutrition and skin . Rev Endocr Metab Disord. 2016
[2] Manisha Notay et al. Probiotics, Prebiotics and Synbiotics for the Treatment and Prevention of Adults Dermatological Diseases. Am J Clin Dermatol 2017
[3] Jaffary F. et al . Effects of oral vitamin E on treatment of atopic dermatitis: A randomized controlled trial . J Res Med Sci. 2015
[4] Lakdawala N. et al. The role of nutrition in dermatologic diseases: facts and controversies.Clin Dermatol. 2013
[5] Fiedler F. et al. Acne and Nutrition: a Systematic Review. Acta Derm Venereol 2017
[6] Armstrong AW et al. The association between psoriasis and obesity: a systematic review and meta-analysis of observational studies. Nutr Diabetes. 2012
[7] Barrea L. et al. Vitamin D and Its Role in psoriasis: An Overview of the dermatologist and nutrition. Rev Endocr Metab Disord 2017
[8] Penso L. et al. Association between Adult Acne and Dietary Behaviors.